La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
acrèdine Aronne: tu sarài, o sfrontata, quanto vorremo noi ... o piuttosto ... io. - Tu? ... perchè tu? - Perchè sono uomo io, e tu donna; perchè io
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, aggricciando e gemendo: - Ah sapessi chi sono! - Quello che io amo! - esclamò la fanciulla, riaviticchiàndosi a lui. - Non toccarmi! - egli oppose
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, scattando in pie' minaccioso - hai fatto di un leone una lepre, di un uomo un pupazzo. Vedi, a che mi avvilisti in cinque anni! ... Io, fuori da quello
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
odii tu? - Gualdo, stupito, il fisò, mentre gli si componèa nel capo il senso della domanda; poi: - Odiarti ... io? epperchè? ... Io non odio nessuno
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
raggiunge la morte. - S'arrestò il Letterato di botto, e gittossi a ginocchi, implorando pietà. Smarrita la lingua, favellava coi gesti. - Io non venni
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
di casa una tal rarità? - Abbracciò Tecla il Beccajo e impetuosa baciàndolo: io sono tutta di Gualdo; la nostra bimba lo vuole. - - E le altre
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
sprofondando nella di lui consapèvole ànima diventò di rimpròvero, e: oh vieni con noi! - esclamò - ti vorrem tutti bene. Io te ne voglio già, io. - E
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
additando violentemente sè: io l'infame! - sclamò - io il vile! - Ma, pochi dì poi - mare e cielo infuriati - fu, quell'infame e quel vile veduto a